Partiamo da un punto fondamentale: il settore metalmeccanico è il cuore dell’Italia. È presente nel simbolo della Repubblica Italiana con una ruota dentata e si esprime continuamente nella tradizione di qualità e passione automobilistica (Ferrari, Lamborghini, Maserati, Pagani, Alfa Romeo, Lancia, DR Motor, Fiat, Abarth, Dallara, Isotta Fraschini, Amilcar Italiana, Zagato, Mazzanti Automobili, Pagani Automobili…) e motociclistica Italiana (Ducati, Aprilia, Piaggio, MV Augusta, Bimota, Moto Guzzi, Benelli…).
Oltre all’industria automobilistica, la meccanica è presente in altri numerosissimi settori, meno noti ma non meno fondamentali, come il settore macchine utensili, macchine per il marmo, macchine per il packaging e sicuramente nel settore arredamento e degli strumenti di precisione. Inoltre, l’industria metalmeccanica gioca un ruolo fondamentale nel rifornimento di due fra i settori più famosi al mondo: il settore alimentare e quello della moda, nei quali l’Italia gode di una leadership indiscussa.
Abbiamo iniziato a collaborare con operatori ed esperti del settore metalmeccanico e a fare marketing per aziende metalmeccaniche per motivi di convenienza e precedenti conoscenze di questo mondo. Man mano che ci siamo specializzati in questo settore, a forza di frequentare titolari di officine e respirare assieme a loro il profumo dell’emulsione e l’odore del truciolo, è stato come se il metallo ci fosse entrato nel sangue. Col tempo, abbiamo compreso che lo sviluppo del nostro Paese si basa più sulla metalmeccanica, che sul turismo, sull’abbigliamento o sulla cucina…
In Europa e nel resto del mondo, l’Italia è il punto di riferimento per la precisione meccanica: è alle aziende metalmeccaniche italiane che ci si rivolge quando si cercano soluzioni geniali e mani esperte. É grazie a questo settore se l’industria tessile ha potuto svilupparsi, grazie alle floride aziende del meccanotessile e alle loro soluzioni produttive. I cuochi cucinano ogni giorno grazie alla presenza di forni e apparecchiature che vengono ideate e create nelle officine metalmeccaniche. Le automobili, le motociclette, i treni corrono grazie alla meccanica. Il prototipo di un prodotto ideato da un progettista, prende forma grazie al tornio, alla fresa e agli stampi prodotti da questi ultimi. Le materie plastiche vengono plasmate e lavorate tramite macchine a CNC. La costruzione di edifici è possibile grazie all’uso di macchine movimento terra, che vengono prodotte in officine specializzate. Tutti i macchinari e le linee di produzione hanno componenti in metallo, che sono stati costruiti e progettati all’interno di un’officina metalmeccanica.
In poche parole, nessun settore o prodotto esisterebbe senza l’apporto della metalmeccanica!
Il settore metalmeccanico in Italia ha vissuto diversi momenti di crescita e boom nel corso della storia economica del Paese.
Allo scoppio del secondo conflitto mondiale, l’industria metalmeccanica italiana aveva raggiunto un grado di sviluppo tale da sopperire ampiamente al fabbisogno interno di prodotti meccanici, e da alimentare un apprezzabile flusso di esportazioni. La produzione totale nel 1948 era pari a 550 miliardi di lire del 1950, rappresentando circa il 15% della produzione totale dell’industria italiana. Sempre con riferimento ai valori del 1950, nel 1948 le esportazioni erano pari a 125 miliardi, segnando un incremento del 290% rispetto al 1938. Le esportazioni meccaniche rappresentavano oltre il 21% del valore totale delle esportazioni italiane e la maggior parte degli stabilimenti era concentrata al Nord (88%).
I settori tessile, chimico, meccanico e siderurgico furono quelli che ne trassero i maggiori benefici. Contestualmente sorsero molte fabbriche che nei decenni successivi avrebbero fatto la storia industriale del Paese: la Pirelli, la Fiat, la Breda, l’Ansaldo (che produceva motori navali e locomotive), la prestigiosa ditta di auto di lusso Isotta Fraschini, l’Alfa (che in seguito avrebbe cambiato il suo nome in Alfa Romeo); le acciaierie Falck, l’Edison, i lanifici Marzotto, le industrie di trasformazione alimentare Cirio, Galbani, Buitoni, Barilla: in queste imprese si concentrava il cuore del progresso tecnologico.
Negli anni successivi, l’esigenza di produrre su larga scala, così come il boom della produzione di veicoli, determinarono un grande cambiamento nell’organizzazione dei processi produttivi. Il fordismo rivoluzionò le fabbriche, portando ad un’organizzazione della produzione secondo una sequenza prestabilita di fasi e mansioni operative per massimizzare le economie di scala. Fino agli anni Settanta, c’è stata una notevole crescita nel settore bellico (durante le due guerre), degli autoveicoli, della produzione navale e aerea, oltre che nel settore macchine utensili.
A partire dal 1970, l’industria metalmeccanica ha rafforzato in Italia il suo ruolo di asse portante di tutto il settore industriale, pur dovendo affrontare i problemi causati dalle due crisi petrolifere del 1973 e del 1978.
Seguì un periodo di lenta e progressiva crescita negli anni 80, 90 e 2000, durante i quali le grandi produzioni in serie cominciarono a spostarsi progressivamente altrove. Allo stesso tempo, si rafforzava un tessuto di piccole e medie aziende, specializzate in nuove nicchie che, consolidando la tradizione italiana di precisione e genialità produttiva, diventarono le migliori nel proprio campo a livello europeo e mondiale.
Tuttavia nel 2008, e per qualche anno a seguire, le officine italiane si sono trovate a dover affrontare un problema mai sperimentato prima: gli ordini, da sempre giunti spontaneamente via telefono o via e-mail, iniziavano improvvisamente a scarseggiare. Aziende solide e terzisti affidabili e strutturati hanno iniziato a subire ritardi nei pagamenti, con ordini già prodotti che venivano annullati e piani di commesse precedentemente programmati cancellati. Alcune grandi aziende sono andate in fallimento, trascinando con sé le sorti di molti fornitori.
Nel 2008, per la prima volta, moltissime officine metalmeccaniche italiane hanno dovuto affrontare una diminuzione significativa degli ordini.
Altri settori (alimentare, abbigliamento, immobiliare, edilizia…) avevano già sperimentato tali cali e difficoltà in passato, spesso dovuti alla crescente concorrenza, anche estera. Pertanto, nel corso degli anni questi settori si erano preoccupati di affinare strategie promozionali, assumere agenzie promozionali e cominciare a promuoversi al grande pubblico e ai loro potenziali acquirenti grossisti, per migliorare la propria posizione.
Facile, da un certo punto di vista, promuovere un prodotto quando si ha a disposizione una torta, una bottiglia con l’etichetta, un paio di pantaloni.
Ma il terzista? Come fare a promuoversi, quando non si ha un prodotto proprio, ma si producono i prodotti degli altri? Questa è la domanda sulla quale si sono spremute per anni le menti degli imprenditori del settore metalmeccanico: riuscire a farsi scegliere dai potenziali clienti, quando non si hanno prodotti da mostrare.
Il marketing B2B (Business to Business, ovvero da azienda ad azienda, in opposizione al B2C, Business to Customer, cioè da azienda a cliente privato) è un campo di cui si è iniziato a riconoscere l’importanza solo recentemente. Ma se pochi hanno iniziato a studiare e comprendere il marketing B2B, finora nessuno ha approfondito, studiato e risolto le sfide specifiche del marketing B2B nel settore metalmeccanico.
Nessuno si è specializzato nel risolvere le difficoltà incontrate dai terzisti che gestiscono le officine metalmeccaniche e nello specifico marketing per aziende metalmeccaniche.
Ebbene, vedendo il settore metalmeccanico in difficoltà, noi di Marketing Metalmeccanico abbiamo scelto di focalizzarci su questo settore, facendo del suo miglioramento la nostra mission, con l’obiettivo di preservare e supportare la prosperità della metalmeccanica in Italia.